Oggi avrebbe compiuto 38 anni..
Daijiro Kato
Introdotto alle due ruote con i campionati di minimoto, Daijiro si avvicinò al motomondiale nel 1996 come wild card nella classe 250.
Esordì ufficialmente nel mondiale nel 2000.
Nel 2001 vinse il titolo iridato : 11 vittorie, altri due podi e solo tre prestazioni dimenticabili, due su quel bagnato che era sempre stato il suo punto debole (al Mugello e ad Assen) e un ritiro a Motegi.
Nel 2002 passò alla MotoGp in sella a una vecchia Honda 500 2 tempi.
Nel 2003 gli venne affidata una moto ufficiale, gestita dal Team Gresini, Il 6 aprile, alla fine del terzo giro del primo GP dell'anno, sulla pista di Suzuka, la sua favorita, all'uscita della curva 130R, Kato perse il controllo della moto andando a sbattere violentemente contro un muretto, entrò in coma e dopo quattordici giorni, il 20 aprile, morì senza aver mai ripreso conoscenza lasciando la moglie e due figli.
Così lo ricorda Gresini:
"Era un ragazzo molto simpatico, introverso, a volte difficile da prendere. Quando non aveva voglia di fare qualcosa, diceva che non sapeva la lingua, che parlava solo giapponese… In realtà era solo un modo per nascondere la sua timidezza, il suo modo di essere, anche se poi era in realtà spigliato, gli piaceva divertirsi. Era un po’ bizzarro: ogni tanto gli “tiravano” le orecchie anche i suoi capi della Honda, per esempio per il suo modo di colorarsi i capelli o per altre stravaganze. Mi ricordo il primo giorno che arrivò in Italia: ebbe subito un incidente in macchina, in mezzo alla nebbia. Non era ancora arrivato a Misano e aveva già picchiato con l’auto, all’una di notte: ho pensato ‘cominciamo bene’. Un’altra volta mi ricordo che aveva sbagliato le dosi del detersivo dentro alla lavatrice: ci chiamò disperato, perché la camera si era riempita di schiuma. Gli piaceva divertirsi, ma era anche un vero professionista, molto preparato, con un gran fisico, sapeva bene quello che voleva. Aveva questa gran dote che riusciva a dormire anche nei momenti di maggiore stress per un pilota. Sono stati anni molto belli, credo abbia dato un grande contributo al motociclismo".