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Buongiorno, colazione e poi via..ci aspettano 60mila km in moto!

Questo deve essere quello che han pensato stamattina "Totò le motò" e "Peppina" e non è un modo di dire, i 60mila km li faranno davvero! la destinazione? il giro del mondo!!
Ho sempre pensato ai motoviaggiatori come a persone fuori dal comune, lontanissime da me, dalla normalità, dalla razionalità e anche dal quel senso che sono abituata a dare al motociclismo, velocità potenza, tuta in pelle e saponette grattate. Decido così di assistere ad un'intervista alla quale partecipano durante il motoraduno della Valtrebbia.
Mi faccio strada tra il pubblico e sorpresa...davanti a me trovo un ragazzo e una ragazza "normali".

Iniziano le domande, mi aspetto arroganza, strafottenza come spesso trovo in chi sta per fare qualcosa che noi comuni mortali non saremmo mai in grado nemmeno di sognare, invece vengo coinvolta in un affascinante e disarmante mondo di semplicità, umiltà e timidezza.
LUI, Antonio alias Totò le motò, racconta quasi con pudore di come ha dovuto lasciare il suo lavoro di architetto per poter fare questo "viaggio"...LEI, Alessandra alias Peppina invece si sente fortunata perchè è riuscita ad avere l'aspettativa dal suo ruolo d'insegnante..L'ALTRA Sofia, la moto.
Alla domanda: "e con i soldi come fate?" arrossiscono.. si perchè loro non sono quei "vips" da "no limits" con tanto di sponsor e strutture alle spalle, loro hanno fatto tutto da soli..
"Non abbiamo un budget molto alto e neanche uno sponsor. In parte perché ci siamo mossi tardi, in parte perché vorremmo essere liberi da vincoli"..
il loro spirito è racchiuso in una frase:
"Se avremo problemi economici vedremo come fare: esiste sempre quella cosa che si chiama lavoro e che dovrebbe nobilitare l’uomo"
Cosa vi portate come bagaglio?
"Tre pantaloni, maglie termiche, magliette, poco intimo. Tanto possiamo lavare quando vogliamo."
Cerca d'essere serio nella risposta Totò, ma subito ci pensa la "Peppina" a spiegare che anche se sono solo tre pantaloni e poco altro, la preparazione è stata come dire..agitata, sì, perchè "Peppina" è donna, non solo, è donna napoletana, di quelle veraci, non importa se la loro casa per un anno sarà una moto, la regina della casa è lei ed è lei che deve organizzare i bagagli.
Finisce l'intervista, ora tocca a me fare delle domande alla figura femminile di questa avventura, dovrei essere professionale, ma scopro ben presto che mi è impossibile, la sua simpatia, i suoi modi di fare, il suo travolgente entusiasmo fanno in modo che dopo pochi minuti ci troviamo sedute al tavolo di un bar a chiacchierare come se ci sonoscessimo da sempre.
Mi racconta la sua storia con Antonio, da quando si sono conosciuti due anni fa alla loro decisione di accorciare le distanze, lui di Roma, lei di Milano.. scegliendo come luogo per il loro primo anno di convivenza ..la moto.."più vicini di così" mi dice sorridendo, " e pensa che fino a due anni fa nemmeno ero mai salita su un motorino" dice.
Poi mi parla della sua famiglia, famiglia del sud, dove i legami sono ancora forti..non sarà facile passare un intero anno senza "la mamma", senza darle preoccupazioni, in fondo una mamma si preoccupa anche se stiamo fuori casa per pochi giorni, figuriamoci per un anno in terre lontane e spesso desolate.
Ma Alessandra è stata brava e forte anche in questo, ha scelto di coinvolgere la famiglia nel suo progetto, mamma l'ha aiutata nella lunga preparazione, mamma è e sarà on line per supportare la figlia, Alessandra è riuscita così a regalare alla mamma la condivisione di un'emozione che sta vivendo e vivrà..rendendo meno triste un comunque lungo periodo di lontananza.
Parliamo scherziamo ridiamo perdendo la cognizione del tempo, ma per lei è tempo d'andare.
Fumiamo l'ultima sigaretta e ci salutiamo..
Cosa mi resta di questa donna minuta con due occhioni grandi e pieni di gioia?
Mi resta il ricordo dei brividi nel vederla seduta su "Sofia" aggrappata al suo "Totò" mentre si avvia verso un sogno, mi resta l'impressione che lei sia l'impersonificazione di quella parte di me che c'è, ma che per paura o non so cos'altro lascio da qualche parte ben nascosta..
Mi resta l'aver conosciuto una persona speciale, ma non per quello che si appresta a fare, ma perchè speciale è lei, Alessandra, alias Peppina.
Buona strada ragazzi! sarò con voi con il pensiero e perchè no...magari ci si vede per "Natale in India"

Inizia a vedersi del movimento in Brianza... Venerdì inizia il Gran Premio d'Italia di Formula 1.. Sarà uno degli ultimi? Poche ore fa, Ivan Capelli, neoeletto presidente ACI Milano, durante la presentazione del GP ha affermato: stiamo lavorando per arrivare ai risultati che vogliamo..ho già incontrato Ecclestone in Ungheria e torneremo a parlarci a Monza.Di certo punteremo a riprendere quelle gare che da tempo sono lontane da Monza.
Ottimista... Ma io ho qualche dubbio..
Intanto via mail direttamente dall'autodromo proprio oggi arrivano le offerte con sconto per i biglietti..ho dato un'occhiata e a parte qualche settore esaurito...quasi tutti sono ancora liberi... e ti vedi un biglietto per domenica alla ascari 15..a 460 euro!!!
Ora ha un nuovo look, ma resta sempre troppo costosa per poter avere riscontro di tutti i tifosi e dar così un segno a Ecclestone

Che ne dite?
Lui, il papà Roberto, nato a Firenze, dopo qualche anno passato a Milano si trasferisce in via definitiva a Mandello del Lario nel 1944, dove, complice la vicinanza della fabbrica della Moto Guzzi, inizia presto la duplice carriera di pilota e giornalista nell'ambito motociclistico.
Incontra la popolarità sopratutto nell'ambito del giornalismo collaborando con varie testate e lavorando per la rivista Motociclismo.
Particolarmente apprezzato come tester, negli anni '50 lo vediamo protagonista come pilota (ha disputato 150 gare e nel suo albo d’oro figurano due Milano-Taranto, due Giri d’Italia, tre volte classificato al Tourist Trophy, primatista mondiale con una Guzzi 1000 e un Garelli 50)
Nel 1964, in occasione delle Olimpiadi giapponesi, decide di compiere quella che resterà la più ardua e famosa impresa in solitaria, il raid Milano-Tokio passando per Jugoslavia, Grecia, Turchia, Siria, Libano, Giordania, Iraq, Iran, Afghanistan, Pakistan, India, Thailandia e Malesia, oltre appunto al Giappone, a bordo di una Vespa 150 azzurra.
“Fantasie, preoccupazioni, entusiasmi e paure vorticano in quei mesi di vigilia come le moto che alle giostre si inseguono e si intersecano nel muro della morte… Mi vengono i brividi ancora adesso al pensiero di un così lungo percorso…”.





Oggi, esattamente 50 anni dopo, ci riprova suo figlio Franco, 40 anni, architetto di professione e una passione per la motocicletta trasmessagli dal padre, che nel 1988 lo volle con sé in un viaggio che li portò a girare tutta l’Italia in sella a due cinquantini.
“Ho contattato Paolo Pezzini e Daniele Torresan, press officer della Casa motociclistica produttrice della Vespa – spiega Franco Patrignani – e ho detto loro che mi sarebbe piaciuto affrontare una simile esperienza. Da subito ho trovato la loro disponibilità. Insieme abbiamo così valutato una serie di proposte e alla fine la scelta è caduta su un coast to coast negli Stati Uniti, un tour destinato a partire da New York per concludersi a Los Angeles”.

Quasi 8000 km coperti in sella a una Vespa GTS modello 300 cc.
Una coast to coast con qualche deviazione fino a raggiungere il Canada, la Monument Valley ecc.
“Una volta raggiunto il Canada da New York – spiega Franco Patrignani ripercorrendo idealmente il suo viaggio – sono ridisceso verso Chicago per imboccare la mitica Route 66, una tra le prime highway americane, che originariamente collegava appunto Chicago a Santa Monica in California. Oltre allo Stato di New York ho così attraversato la Pennsylvania, l’Illinois, il Missouri, l’Oklahoma, il Texas, il New Mexico e l’Arizona, oltre naturalmente alla California considerato che il mio raid si è concluso a Los Angeles, dove a malincuore ho dovuto separarmi dalla Vespa, per tre settimane la mia insostituibile compagna di viaggio”.

In nome della "Campagna Regionale Defend Life 2014" per la sicurezza della circolazione nelle strade montane e nei passi appenninici della Toscana, domenica sono state ritirate 8 patenti.
La strada è la provinciale che collega l'abitato di Pieve Santo Stefano alla Verna e il Passo dello Spino.
Ritirati anche diversi libretti di circolazione per motocicli sprovvisti di revisione e con modifiche costruttive e funzionali non regolari.
secondo me con un po' d'invidia, la forestale la racconta così :
"Eccoli scendere dalla nuova sestinese e sono in 4, l’atteggiamento di guida già in lontananza non lascia spazio a equivoci, la Forestale è li, sullo Spino, pronta ad attenderli nella parte più emozionante di quel grande circuito a cielo aperto tanto amato dai velocisti. Pochi minuti di silenzio e sono già allineati all’imbocco della 208, salgono a passo lento con andatura a zig zag, tipica ‘’procedura’’ scalda gomme per migliorare l’aderenza e il grip. Arrivati al bivio per Caprese Michelangelo tornano indietro verso il centro abitato di Pieve, si allineano poco prima del cavalcavia, iniziano a dare gas, come tori infuriati davanti al drappo rosso, due minuti di paura e poi pronti via.
Una manciata di secondi ed eccoli comparire nello specchio retrovisore della Safety Car del Corpo Forestale dello Stato, si avvicinano quasi a toccarla perché in quel momento si frapponeva nella loro volata verso il cielo. Giusto qualche fermo immagine ed ecco il primo a staccare, a mezzo secondo parte in volata il terzo e mentre questi era nel bel mezzo di una curva cieca ecco la staccata del secondo che va raggiungerlo quasi a fare a sportellate e via ad altri sorpassi al cardiopalma e il balletto fra i tre, curva dopo curva è perfettamente sincronizzato. Il quarto non si vede più forse ha deciso di ritirarsi. Ormai il terzo ha infilato il secondo e si è portato a poco meno di un secondo dal primo che continua a costituire la testa di ponte.
Parte dalla safety car l’ordine di sventolare la bandiera a scacchi, per loro la gara finisce qua. Fermati nei pressi di Montalone consegnano la patente al personale del Nos di Arezzo e ritirano sanzioni amministrative per oltre 600 euro e decurtazione complessiva di punti pari a 50. Trattasi di giovani motociclisti Romagnoli, alcuni dei quali già noti al personale del Corpo Forestale per precedenti analoghi sul Passo del Muraglione. Successivamente è toccato ad altri 3 motociclisti umbri sorpresi in sorpassi incoscienti durante la loro salita verso il Santuario. Anche per loro la stagione motociclistica 2014 si è tristemente conclusa sul Passo dello Spino. Infine altri due centauri, questa volta fiorentini ad essere finiti nel triangolo delle bermuda, dove spariscono le patenti. Durante i controlli scoperti anche motocicli sprovvisti di revisione e con modifiche costruttive e funzionali non regolari. Per loro è scattato anche il ritiro del libretto di circolazione".

Dopo il weekend di test a Brno , tutto sembra indicare un ritorno nella MotoGp di Aprilia con Bautista e Melandri come piloti ufficiali, con l'opzione Guintolì.
così spiega Romano Albesiano:
“All’inizio avevamo pianificato di tornare in MotoGP nel 2016, ma di recente abbiamo cominciato a considerare un rientro anticipato, magari già dal prossimo anno. Giorno dopo giorno stiamo valutando questa opzione sempre più anche se non è scontato che si possa realizzare. Siamo molto vicini nel prendere questa decisione.”
“Il programma è di fare un passo in avanti sulla moto che sta correndo adesso. Il cilindro avrà un alesaggio limite, valvole pneumatiche, ciclistica rifatta, cambio seamless brevetto Aprilia. Il pacchetto generale della moto farà un ulteriore passo in termini di dimensioni e distribuzione dei pesi nel 2015, ma si tratterà ancora di una moto laboratorio. Stiamo lavorando su una nuova moto e un nuovo motore, stiamo facendo totalmente tutto da capo per la moto 2016. I piloti per noi interessanti sono Melandri, Laverty e Bautista“.
Attendiamo conferma ufficiale dalla casa, intanto sosteniamo Marco che si trova davanti ad un bivio con poche prospettive di vittoria sia che vada in MotoGp o che resti in SBK.
Aspiranti cantanti, cuochi,ballerini...ora anche aspiranti Valentino Rossi.
Ci siamo! anche il motociclismo sbarca nel mondo dei reality con il programma Motorhome in onda su MTV dal 20 ottobre.

Cecilia Masoni (16 anni), Alessandro Del Bianco (16 anni), Stefano Valtulini (17 anni) e Andrea Caravella (17 anni), passione per le moto da pista e un obiettivo comune: diventare i Valentino Rossi del futuro.
Il reality porterà a conoscenza tutto quello che succede prima durante e dopo ogni gara..
Oltre ai quattro ragazzi, protagonisti saranno anche i meccanici, i familiari, gli amici.
Un mondo fin'ora sconosciuto ai tifosi..cosiddetti...della domenica...
Tuttosport definisce così il programma:
"un viaggio tra i ragazzi raccontando un mondo che nessuno ha mai mostrato fino ad ora: quello dei paddock, dei meccanici e delle carovane di truck e motorhome che si muovono per l’Italia, come grandi famiglie, per partecipare alle gare motociclistiche. Ma anche quello dei parenti (con stati d'animo divisi tra la paura di uno sport pericoloso e la speranza di avere in "casa" un campione delle due ruote), delle fidanzate e degli amici, sempre pronti a sostenere i ragazzi anche nelle giornate più difficili, come dopo una scivolata o un brutto risultato."
io aspetto di vedere qualche puntata per capire se "realmente" quello che vedremo corrisponde alla vera vita da paddock!
Oggi mi è capitata sottomano una “chicca vintage” DUCATI, la “microcamera Sogno” .

Prodotta dalla fine degli anni ’40, nonostante l’accuratezza nella realizzazione, e le caratteristiche futuristiche per quei tempi, sostanzialmente non ebbe gran successo.
Insuccesso al quale contribuì l’elevato e proibitivo costo.
Prodotta in 10.000 pezzi, le varianti della microcamera furono poche: tra queste la Sogno a numeri rossi, immediatamente riconoscibile osservando la caratterizzazione dei numeri di matricola, e la rarissima Sogno Sincro .

Alta 54mm, spessa 33mm, lunga 100mm, peso 245gr ottica compresa, fotogramma 18x24mm e con un parco ottiche della microcamera davvero completo, due grandangolari: Dugon 19:6,3 e Argon 28:4, due normali Vitor 35mm di luminosità f:2,8 e 3,5, due normali luminosi Luxtor 40:1,5 ed Eltor 40:2, due teleobiettivi: Lator 60:2,8 e Teletor 120:5,6.

Nel 1950 venne realizzata una versione economica. La “Simplex” sempre formato 18x24 con ottica Etor 35:3,5 fissa, senza telemetro e scala dei tempi di otturazione da 1/25 a 1/250.

Ma anche stavolta il successo non venne raggiunto.
Cessò così la realizzazione le ultime microcamere furono date in omaggio come gadget a chi acquistava una motocicletta Ducati.
Tutto cominciò nel 1982 quando con il primo principio d'inerzia mi innamorai della fisica..le mie amiche parlavano di vestiti ombretto e mascara mentre io di dinamica e cinematica ...mi si aprì un mondo...da lì i miei studi proseguirono con la meccanica...la termoidraulica...per finire con l'Elettronica...ancora oggi passo del tempo a studiare...uno dei miei idoli è, ed è sempre Albert un ometto tedesco che formulò una certa teoria della relatività...ho ammirato Galileo e Newton...per averci illuminato sul moto dei corpi e ciò che lo determina..poi..un giorno..dopo trent anni..arriva un certo Marquez e ti stravolge tutto..ti cadono tutti i miti...capisci che forza centrifuga, centripeta,velocità,massa ecc sono solo parole....per fare certe cose serve solo....una grande botta di...fortuna! ;)

Puoi sparargli con un ak-47...


